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Channel: Mestiere di Mamma
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Piccoli passi verso l’autonomia

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Quanto conta per un bambino di 8 anni o giù di lì avere un po’ di autonomia, di capacità di cavarsela, di fare qualche commissione per i genitori da solo, di avere amici tutti per sé o stare anche qualche giorno lontano dalla famiglia?

Ho sperimentato proprio quest’estate con Margherita, la mia primogenita di 8 anni, che conta moltissimo, anzi forse è la strada giusta per far acquisire la tanto agognata responsabilità. Certo, lo sapevo da tempo, essendoci passata da figlia, ma gli anni Ottanta sono lontani, e oggi siamo inondati da mille opportunità che a volte ci disorientano. Dare autonomia ai bambini è più difficile di un tempo: per noi genitori diventa più difficile non solo selezionare le cose giuste da far fare ai nostri figli, ma anche fidarci del quartiere visto l’aumento spropositato di auto in circolazione o di un’agenzia educativa (e intendo con questa la squadra sportiva, il maestro del corso tal dei tali, l’associazione scout ecc).

Ad ogni modo, per lei è arrivato il momento di preparare il pranzo tutto da sola, di andare a fare qualche piccola spesa nel negozietto vicino a casa, di fare la doccia e asciugarsi i capelli… “però mamma, tu non entri, mi arrangio”.  Con questo il piacere di darmi una mano (speriamo che duri!) e di essere soddisfatta di sé stessa, di vedere che ce la fa. Una botta di autostima per lei.

Ed è arrivato anche il momento di andare alla vacanza-studio di una settimana con il suo coro, momento attesissimo per tutta l’estate. Era tra i più piccoli in un gruppo misto di bambini e ragazzi fino oltre i 20 anni, molto eterogeneo dunque ma con una verticalità quasi invidiabile: i grandi che aiutano i piccoli, li coinvolgono, se li godono con una spontaneità che ho trovato preziosa, per una generazione come questa. E lei si è fatta subito benvolere, ha trovato amicizie tutte sue, libera da una sorella minore un po’ ingombrante e libera di sperimentare la distanza dai genitori.

Quando siamo andati a prenderla l’ho vista ben ambientata e felice, mi è sembrata finalmente sbocciare e brillare di luce propria in un ambiente sano in cui sono in primo piano anche gli aspetti educativi, non solo quelli associativi (in questo caso, cantare). E non nascondo il sollievo nel vedere che non ha sofferto di nostalgia o di strani mal di pancia…

Prima frase proferita dopo i saluti di rito: “Mamma, quando li rivedo?”. Missione compiuta.

§§§

Settembre è un mese in cui con i bambini si progettano le attività extrascolastiche, si dosano gli impegni accanto a quelli della scuola, si riprendono i ritmi.

Ho visto società sportive in cui si “bruciano” i giovani atleti pur di ottenere risultati, si sa di allenatori che spingono i bambini oltre le regole, pur di vincere, per non parlare di certi genitori che a volte si vedono sulle tribune nelle partite dei pulcini.

Che sia la musica, o la ginnastica o qualunque altro sport, puntiamo sempre a luoghi sani e sinceri, dove si fa fatica ma le regole sono chiare.

Tra le partiture di Marghe ho trovato un foglio con una citazione di Claudio Abbado che ho riportato qui sotto. Parla del cantare assieme, ma secondo me si può leggere con maggior respiro: quel messaggio vale per la musica, per lo sport, per qualunque attività associativa o di gruppo. Sta a noi cercare le attività adatte a loro e pretendere impegno e costanza, speriamo che l’autonomia e la responsabilità vengano di conseguenza assieme alla passione.

“In un coro ogni persona è sempre concentrata sulla relazione della propria voce con le altre. Imparare a cantare insieme significa imparare ad ascoltarsi l’un l’altro. Il coro quindi, come l’orchestra, è l’espressione più valida di ciò che sta alla base della società: la conoscenza e il rispetto del prossimo, attraverso l’ascolto reciproco e la generosità nel mettere le proprie risorse migliori al servizio degli altri”. (Claudio Abbado)

 


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